Nel nostro immaginario collettivo fare musica significa necessariamente suonare uno strumento musicale e prima questo avviene nella vita di un bambino più grande è il suo talento: «hai visto che sa già suonare a 4 anni? L’ho sempre detto io che era un piccolo genio!»
Il concetto su cui voglio soffermarmi è: perché nella nostra società siamo così abituati a pensare che musica = strumento e se, non si suona o non si ha ancora scelto cosa suonare o peggio se si è impacciati a suonare, allora non si è portati e quindi non si può fare musica?
Ho scoperto tantissime cose durante i miei anni di formazione con l’approccio secondo la Music Learning Theory che io stessa, musicista da tantissimi anni, non sapevo. Del resto, è ovvio dato che anche con me l’approccio utilizzato è stato un altro e posso dire non con grande successo, almeno fino a quando non ho deciso di allargare i miei orizzonti. Grazie ai miei studi ho capito come l’essere umano apprende la musica, partendo dai primissimi anni di vita. La cosa più affascinante è stata approfondire le caratteristiche del bambino nelle diverse fasce d’età della sua crescita e come questa sua modalità di essere si riflette in un percorso di apprendimento musicale.
L’utilizzo del corpo è uno strumento di apprendimento primario. Questi anni sono meravigliosi ed è importante che vadano vissuti all’insegna del gioco, del gruppo, della relazione con i coetanei e dell’esplorazione motoria.
Non si può negare a un bambino questa modalità di vivere e sperimentare, perché sarebbe come bruciare delle tappe fondamentali per la sua crescita. Inoltre, permettergli di relazionarsi in questo modo gli consentirà di acquisire sempre più consapevolezza circa la scoperta di sé, del proprio corpo e del proprio modo di comunicare con gli altri.
Per questo nelle mie lezioni con bambini di 3-4 anni i nostri momenti musicali rispecchiano a pieno questa modalità e il bambino farà musica divertendosi in un gruppo. Potrà muoversi liberamente apprendendo la musica con leggerezza, senza ansia, forzature o imposizioni, inutili e dannose sempre, ma ancor più a quest’età.
Non c’è nessuna necessità di introdurre lo strumento musicale in questa fase: il bambino di 3 o 4 anni apprende grazie all’esplorazione spazio-temporale e non grazie al lavoro su uno strumento musicale. Ha la necessità di imparare divertendosi insieme ai suoi compagni, di ascoltare ed esplorare la musica con il corpo. Introdurre lo strumento troppo presto non sarebbe utile per il suo apprendimento: probabilmente potrebbe sembrarci affascinato, desiderando di mettersi a strimpellare su quei pulsanti bianchi e neri di un pianoforte, ma i suoi tentativi sarebbero una pura imitazione di ciò che ha visto fare all’adulto senza una consapevolezza più grande dietro. Molto più probabilmente si stuferà dopo cinque minuti e vorrà cambiare attività per fare altro di più stimolante.
Ma soprattutto, come può un bambino di 4 anni sapere quale strumento vuole suonare?
In effetti quando sono così piccoli la spinta viene quasi sempre dal genitore ed è per questo che ci tengo sempre tantissimo a confrontarmi con il genitore per spiegare queste dinamiche motivando di conseguenza il mio approccio alla musica. Durante questi anni il bambino a lezione con me ha bisogno di lavorare sullo sviluppo della propria musicalità e sulla coordinazione motoria. Saranno queste le vere fondamenta per un percorso strumentale futuro. Attraverso l’ascolto e la sperimentazione vocale e corporea, lavorerà in autonomia sullo sviluppo delle proprie abilità musicali (perché lo sappiamo che tutti nasciamo con attitudine musicale) diventando sempre più consapevole.
Lasciamo vivere a pieno ai nostri bambini questa modalità per imparare: una modalità di gioco e di relazione che difficilmente vivranno da più grandicelli e ci sarà sicuramente tempo nella vita per dedicarsi a studiare la musica con la giusta concentrazione e l’impegno che lo studio di uno strumento richiederà.
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