La perdita dell’egocentrismo: come riconoscere questa fase dell’apprendimento musicale?

6 Giugno 2022

Sono ormai diversi anni che io e il mio bambino condividiamo un percorso di crescita musicale, amo quei momenti insieme e me ne ritaglio anche altri a casa, al di fuori delle lezioni, perché la musica è davvero un elemento importante nelle nostre vite.

Sarà che anche il mio bambino musicale interiore viene fuori durante le sessioni di musica, sarà che la mia passione è così forte fin da prima che Christian fosse nella pancia, ma sta di fatto che trovo davvero speciale l’atmosfera che si crea ogni volta che io e il mio bambino “parliamo” musica. Ammetto che la musica ha rafforzato un canale comunicativo che avevamo già aperto fin dalla nascita e oggi trovo che sia diventato un nuovo e privilegiato strumento di relazione e comunicazione.

Mio figlio ha da poco compiuto tre anni, il prossimo anno farà un passo di crescita enorme, l’ingresso nel corso dei più grandicelli. Entrerà nella stanza della musica da solo in un gruppo di coetanei e io sto già preparandomi a trattenere le lacrime e lasciarlo andare in questo nuovo viaggio in autonomia.

È particolare vivere la crescita musicale di mio figlio sia dal punto di vista di mamma che da quello di insegnante. Mi ritrovo spesso, da maestra, a sapere come funzionano certe dinamiche, certe situazioni e come fare nella pratica per affrontarle, e ne seguono esattamente tutti i consigli e suggerimenti che do ai genitori quando vengono da me a lezione. Poi però vivo le stesse identiche situazioni da madre e ovviamente tutto cambia perché entra in gioco l’aspetto emotivo.

Nell’ultimo periodo mio figlio ha smesso di dare risposte musicali a lezione. Ok non è mai stato un bambino dalle mille risposte vocali, dai “pam pam” fluenti dopo un pattern, piuttosto un bimbo molto motorio e ci trovavamo spesso tutti a controllare che non si arrampicasse da qualche parte o che non facesse involontariamente male a qualcuno. Ma anche nel suo modo così soggettivo di esprimersi le sue risposte erano ben visibili: attraverso il corpo, un piede che batte a terra in un momento preciso o le mani sulle ginocchia secondo una cadenza definita e mai a caso. Spesso, anche quando ci sembra che non ascoltino o che non siano partecipi come noi ci aspetteremmo, i bambini stanno invece interiorizzando e come il contenuto musicale. Magari durante un canto sono in un altro punto della stanza a fissare il calorifero ma le loro interazioni al termine del brano ci dimostrano che erano completamente immersi nell’ascolto.

Ma a un certo punto delle mie lezioni con mio figlio, calò il silenzio, sia per la voce che per il corpo. Io l’ho sempre saputo (da insegnante) che stava attraversando un momento di crescita grande: lo capivo dagli sguardi che offriva quando gli veniva rivolto un pattern e lui in maniera assolutamente volontaria sceglieva di non rispondere. Lo capivo dalle sue facce quasi di “sfida” con le quali voleva dirti: “è inutile che mi guardi, io non ripeto proprio un bel niente”. Sono cose che si percepiscono, sfaccettature che si leggono, che sicuramente comprendo a pieno solo ora che da insegnante ho studiato tutto ciò che c’è dietro.

Questa fase dell’apprendimento musicale si chiama perdita dell’egocentrismo ed è un importantissimo momento della crescita musicale del bambino. Succede che finché sono piccolissimi, circa fino a 18-24 mesi (ma non esistono tempistiche precise), i bambini sono tutta una risposta: partono dalle lallazioni musicali per arrivare a tentativi di imitazione rispetto agli stimoli musicali ricevuti dall’adulto. Ciò che entra, fluisce e viene buttato fuori, senza stare a pensarci troppo. A un certo punto invece il bambino inizia a riconoscere che ciò che esce dalla sua bocca è diverso da quello che ha ascoltato e improvvisamente si blocca. Questo momento corrisponde a un importante processo di evoluzione interna del bambino e dobbiamo imparare a riconoscerlo e rispettarlo.

Se guardiamo la crescita del bambino al di fuori dall’ambito musicale ci rendiamo conto che questa fase corrisponde a quella in cui partire dai 2 anni circa inizia a percepirsi come individuo a sé, con i propri desideri, una propria personalità. Inizia l’affermazione del proprio io, la fase dei no, i terrible two, chiamateli come preferite. Dietro a un “no” o a un “non ti voglio ripetere il pattern”, c’è in realtà una grande acquisizione di consapevolezza.

In musica il processo è analogo. Ci sarà un periodo più o meno lungo nel quale il bambino potrà restare muto rispetto alle nostre richieste musicali, ma in realtà sta elaborando e portando avanti i suoi processi interni, quindi sta compiendo un lavoro enorme!

Ciascun bambino uscirà da questa fase quando sarà pronto per farlo ed è importante non forzare e avere fiducia nei piccoli e nel loro apprendimento, che sta avendo luogo in ogni caso. Quando il bambino riprenderà a cantare lo farà con un grado di consapevolezza diverso che lo porterà nel tempo a ricercare sempre più accuratezza nelle proprie risposte musicali.

Mentre condivido dei momenti musicali con mio figlio, le conoscenze che, come insegnante, mi porto dietro mi aiutano a riconoscere in lui tutto ciò che la teoria mi insegna. Questo ovviamente genera ogni volta delle emozioni meravigliose derivanti da scoperte che posso ogni volta toccare con mano. Ma poche settimane fa ho ricevuto un’emozione ancora più grande: ritornando a casa da una lezione di musica, mio figlio mi abbraccia, mi guarda negli occhi e mi dice: “Mamma, non voglio dire pam pam perché io non lo so fare!” Mio figlio aveva espresso a parole qualcosa di cui stava prendendo coscienza e io ho pensato: c’è cosa più bella delle piccole/grandi scoperte che solo un processo di crescita può far nascere?

Erica Nastasia

Erica Nastasia

Mi chiamo Erica e sono un’insegnante di musica freelance. Nel mio spazio musicale che si trova a Magenta, in provincia di Milano, ho scelto di offrire corsi di musica per bambini. Aiuto i piccoli ad apprendere la musica in modo naturale, divertente e consapevole, attraverso un approccio in cui l’adulto è il primo modello di musica e il bambino apprende all’interno di una relazione. Scopri di più…

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