Quando ho iniziato a studiare per diventare insegnante di musica Gordon, ho scoperto che la Music Learning Theory ha tantissimi punti in comune con la filosofia alla base del metodo Montessori.
Come mamma credo da sempre nel rispetto dei tempi del bambino, nell’importanza di offrire autonomia ai nostri cuccioli perché un giorno lasceranno il nido, nel dare loro le migliori possibilità di coltivare i propri talenti per diventare adulti felici e sicuri di sé.
Come musicista con un passato di studi in conservatorio, sapevo bene che la didattica tradizionale invece può essere fortemente limitante, che impone tempi e modalità non adatti a tutti e che questo può generare ansia da prestazione, stress e frustrazioni inutili ai bambini.
Studiando le basi del metodo, è stato come se un puzzle si fosse ricomposto sotto i miei occhi in un istante. Mi ha fatto capire e apprezzare ancora di più un approccio didattico innovativo che mi aveva conquistata alla prima lezione per il suo lato umano, dolce e rassicurante.
Il potenziale innato e l’esperienza
Maria Montessori sosteneva che ciascun bambino ha delle attitudini e un potenziale di crescita, sviluppo e apprendimento innati.
Ogni bambino quindi è in grado di imparare e conoscere ma il livello di sviluppo di questi talenti e attitudini dipende dalle esperienze che il bambino vivrà nei primissimi anni di vita, in cui ha un potenziale di assimilazione e apprendimento superiore a qualsiasi altra fase della crescita.
Anche Gordon sposava questa visione. La MLT si basa infatti sul principio per cui ogni bambino ha un’attitudine musicale innata, che può essere più o meno spiccata, e che lo sviluppo di questa dote naturale dipende dalla qualità delle esperienze musicali nei bambini.
Così come la filosofia Montessori non impone lo studio mnemonico di nozioni ma facilita la scoperta dei concetti attraverso l’esperienza, l’approccio Gordon non impone lo studio della musica come nella didattica tradizionale ma propone stimoli musicali e facilita le risposte con modalità adatte alla fase di sviluppo del bambino.
Nei corsi di musica 0-36 mesi ad esempio ci si concentra sull’imprinting per la crescita musicale, proponendo l’ascolto di una grande varietà di canti complessi, linee melodiche o armonie. Nei corsi di preparazione allo strumento, intorno ai 5 anni, si lavora sul consolidamento della motricità e sulle strutture ritmiche e melodiche di base.
L’adulto come facilitatore e modello
“I genitori non sono i costruttori del bambino
ma i suoi custodi.”
Il metodo Montessori e la filosofia Gordon si fondano sulla visione del bambino come essere pensante a tutti gli effetti, in grado di comprendere il mondo che lo circonda e di elaborare risposte e strategie autonome, con i suoi tempi.
Nei due approcci, genitori e insegnanti non si sostituiscono al bambino dicendo “si fa così” o imponendo con aiuti non richiesti. Hanno il ruolo di facilitatori di un processo di crescita e apprendimento naturale, che sostengono attraverso una relazione positiva e diventando modelli che i bambini possono osservare e imitare.
In una classe di musica Gordon, gli adulti del cuore e l’insegnante sono modelli di musica. Sono i primi ad interagire con i contenuti musicali così che i bambini possano assorbire gli stimoli, elaborarli e poi quando sono pronti iniziare a dare le prime risposte.
L’insegnante non impone attività ma lavora insieme ai bambini, cantando e facendo musica per loro e con loro.
Ambiente adatto e stimolante
“Una prova della correttezza del nostro agire educativo
è la felicità del bambino.”
Maria Montessori aveva intuito una grande verità: imporre ai bambini di bruciare le tappe, muovendosi in un mondo “fatto per gli adulti” e comportandosi “da grandi” sin dalla più tenera età, causa dolore e insicurezza.
I primi anni di vita sono fondamentali non solo per lo sviluppo delle capacità fisiche o mentali ma anche di autostima, competenze relazionali e affettive, senso del sé, fiducia.
Per diventare giovani adulti equilibrati e sicuri di sé, i bambini devono poter essere liberi di mettere alla prova la propria autonomia in modo graduale, sentendosi al sicuro e rispettati.
Se l’ambiente e le esperienze proposte sono adatti al bambino, l’apprendimento avviene naturalmente perché il bambino è in grado di interagire secondo i suoi tempi e modalità.
Anche questo principio è condiviso dall’approccio Gordon.
Le stanze della musica ad esempio hanno un’atmosfera allegra con pareti colorate e cuscini ma non hanno arredi ingombranti come tavoli e sedie che limiterebbero la possibilità di muoversi, correre, saltare. Gli strumenti e i supporti didattici sono riposti in ceste o mobili piccoli e bassi in modo che i bambini possano raggiungerli e usarli facilmente. È uno spazio rilassante e sicuro, senza distrazioni inutili.
Anche in questo caso, l’adulto non impone comportamenti o strategie ma osserva e offre un aiuto solo quando è il bambino a richiederlo.
Il corpo e il movimento
“Le mani sono gli strumenti propri dell’intelligenza dell’uomo.”
Maria Montessori aveva osservato come l’apprendimento dei bambini passa attraverso il corpo, il movimento, l’azione.
Imporre a un bambino di stare seduto per molte ore, di studiare in modo mnemonico, di svolgere un compito in un determinato modo stereotipato perché ritenuto “il modo giusto” non è solo inutile ma anche dannoso, perché limita di fatto la sua capacità di interagire con l’ambiente, di comprendere le relazioni tra le cose e sviluppare la propria autonomia.
Corpo e movimento sono centrali anche nell’approccio proposto dalla Music Learning Theory. Attraverso il corpo i bambini possono sentire la musica, non solo con le orecchie ma anche attraverso le vibrazioni e le risposte naturali allo stimolo musicale come la voglia di muoversi o di tenere il tempo. E il corpo con le mani e la voce diventa anche il primo strumento con cui fanno musica.
Coinvolgimento senza giudizio
“Per insegnare bisogna emozionare.
Molti però pensano ancora che se ti diverti non impari.”
Nel metodo Montessori come nella MLT, la componente relazionale e la dimensione ludica sono fondamentali. Maria Montessori diceva che il gioco è il lavoro dei bambini ed è vero perché attraverso il gioco entrano in relazione con l’ambiente, con gli altri, fanno esperienza.
L’apprendimento della musica nell’approccio Gordon ha una forte componente relazionale. I bambini apprendono senza timore del giudizio, ansia da prestazione o paura del fallimento perché l’insegnante non dice “è giusto, è sbagliato”, come nel metodo Montessori non ci sono voti.
L’insegnante non spiega né impone nozioni ma propone un dialogo sonoro e musicale, che i bambini sono liberi di interpretarlo a modo proprio.
I piccoli amano entrare nella stanza della musica perché sanno che li aspetta un viaggio emozionante, in cui scopriranno cose nuove sentendosi accolti e al sicuro.
Il valore del silenzio
“Il silenzio acuisce le nostre sensibilità. Stando in silenzio […]
riusciamo a cogliere profondamente la realtà che ci circonda.”
Nelle classi di musica Gordon per bambini c’è tanta musica ma anche molto silenzio, perché il silenzio è un momento di apprendimento.
Spesso i genitori credono che un bambino silenzioso si sta annoiando. Invece, per i bambini il silenzio è concentrazione. L’assenza di stimoli è necessaria affinché il bambino abbia modo di elaborare gli stimoli a cui è stato esposto fino a quel momento, strutturare i suoi pensieri e le proprie risposte.
Autonomia, libertà di movimento e di esplorazione, divertimento, sviluppo dei talenti, una crescita armoniosa al proprio ritmo.
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